giovedì 31 gennaio 2013

Breve storia di un paio di Jeans

Non sono una di quelle persone che compra tanti vestiti.
Generalmente mi affeziono ad un capo che tengo e terrò nell'armadio per sempre.
Per quanto distrutto, vecchio e datato sia, sarà sempre lì a tenermi compagnia e a riportarmi bellissimi ricordi alla mente.

Credo che tutti abbiano nel proprio guardaroba IL capo preferito che non è necessariamente il più bello.

Per me sono un paio di jeans Miss Sixty comprati nel lontano 2004.
Sì, hanno 8 anni.

Quei pantaloni mi stavano perfettamente quando avevo 12 anni. E mi stanno perfettamente anche adesso.
Sono diventata più alta, più grassa, sono dimagrita, sono ringrassata, ma quei jeans continuavano a calzarmi a pennello.

Ora sono praticamente distrutti, ma ogni singolo squarcio ha un significato, un ricordo.
Per mostrarvi il loro antico splendore, ecco una foto scattata quest'anno.
Sì, ne ho trovato un paio identici.
Come potevo non prenderli?

meravigliosi

Ecco la breve(?) storia di un paio di jeans

Il primo reperto risale al 2006, il mio primo anno di liceo.
Dovete sapere che questi pantaloni mi hanno accompagnato ogni primo giorno di scuola fino alla quinta.
In questo caso, ecco una foto dell'ultimo giorno.
Jeans abbinati a una meravigliosa t-shirt di Superman pagata 5euro5

Non si vede una cippa, ma che ci posso fare?

Nel 2007 abbiamo un reperto uno datato Marzo (Pisa aeroporto direzione Bruxelles) 

Pisa

Nel 2008 torniamo di nuovo a Pisa, durante uno scambio con un scuola di Dresda.

ero giusto un po' più magra

Nel 2009 siamo andati in gita in Spagna. e che facevo, non li portavo? (AS 2008/2009)






Il 2009 (quarto anno di liceo) è stato l'anno dell'occupazione.
E io ovviamente facevo la mia porca figura:

Le mie Nike erano un'altro Must-Have

Tra il 2009 e il 2010 hanno iniziato a disintegrarsi. 
Fra chiodi a cui rimanevano impigliati, acidi che ci cadevano sopra e lavaggi su lavaggi, si stavano lentamente distruggendo.

Del 2010 possiamo vedere Rharetha in terra britannica a Londra.



ZOOM



Crediateci o no, nel 2011 non ci sono foto.
O almeno, io so che li avevo. Vi fidate?


eccredeteci su!

Nel 2012 li ho amati.
Mi sentivo una bomba (nel senso di larghezza) e la consapevolezza che mi stavano da DIO (ah, la modestia, questa sconosciuta) mi ha tirato su di morale.


Adesso sono così:












<3

mercoledì 30 gennaio 2013

#1 Isn't it trash - Beato tra le donne

Ed ecco la nuova puntata di "Isn't it Trash"!

Questa volta potrete udire i miei 21849709275 "raccapricciante" su Beato tra le Donne.


Be SHAREY!



sabato 26 gennaio 2013

Fashion Icon #2 - Iris Apfel

Confesso: io non la conoscevo.
Ma quando l'ho scoperta è stato amore a prima vista.
La signora Giglio Mela è, ufficialmente

  • Interior designer
  • Business Woman
  • FASHION ICON


Premettendo che in genere quando trovo qualcuno che sia definito "Fashion Icon" storgo il naso (vedi: Chiara Ferragni), in questo caso mai altro termine poteva essere più azzeccato.

Una donna il cui motto è HAVE FUN WITH YOUR CLOTHES. Una frase che purtroppo nessuno si ricorda più e che non mette in pratica abbastanza.
I vestiti, che ci piaccia o no, sono l'unica cosa che possiamo utilizzare ogni giorno per comunicare all'esterno qualcosa di molto personale su di noi e non dovremmo assolutamente omologarci.
O almeno ci dovrebbe essere un qualcosa di assolutamente personale, anche un piccolo dettaglio che apparentemente sembra insignificante.

Ladies & Gentlemen

IRIS APFEL che insegna come vivere. No, non si tratta di abbigliamento. Si parla di assetto mentale,





E lo fa con classe eleganza e leggerezza. A differenza di quella là.



La amo.










sì, è uscita anche un collezione per MAC







AMORE, PURO

mercoledì 23 gennaio 2013

In treno con Rharetha #6 - ci scusiamo per il disagio

I post di "In treno con Rharetha" subiranno ritardi a causa dell'avvenuto recapito di Kindle e acquisto di tutti lo scibile di Lovecraft. I post non verranno pubblicati quotidianamente diversamente da quanto già annunciato. Ci scusiamo per il disagio.


venerdì 18 gennaio 2013

Who is Rharetha?

Se non si fosse capito, a me le giovani, stanno poco simpatiche.
I motivi?
Non osano. Mai.
Per quanto ci provino, non hanno mai la spensieratezza di mettersi quello che vogliono al 100%. I loro abbinamenti, per quanto azzardati o ordinari siano, subiranno sempre una mediazione e tutto il loro look verrà mitigato dalla cosa che più odio e amo allo stesso tempo:  l'opinione altrui.
Non sono una mente illuminata, anche a me dà fastidio e mi ha fatto soffrire per tanti anni. Non è facile lasciarsi scivolare addosso occhiate o addirittura risate da sconosciuti per la strada, o, ancora peggio, dalle amiche.
Piano piano ci si può fare.
Andando avanti con l'età tutto diventa più semplice.
Se così non fosse, cambiate amiche, chè se non tollerano come vi vestite non si meritano la vostra attenzione.

In passato sono stata la prima a cercare di omologarmi agli altri.
Gli anni fra i 12 e 14 anni sono i peggiori per coesistere in una classe mista.
Quando la ragazza è in preda a sbalzi ormonali dovuti all'età e fiuta un individuo del sesso opposto inizia una vera e propria guerra mai dichiarate con le altre e si dà il via all'agghindamento selvaggio e all'omologazione con la figa di turno.
Ecco, parliamo della figa di turno.
La figa di turno è una ragazza carina (non bellissima, stile ''ragazza della porta accanto'' - crepa) che cattura le attenzioni di tutti, si veste in modo ordinario (noia) e si comporta abbastanza gentilmente con tutti (tranne che con chi non riesce a omologare, nella fattispecie me) senza mai eccellere nè in simpatia nè in antipatia (io sono esclusa, mi stanno proprio sul cazzo a prescindere, tranne una che non sapeva di esserlo e che ho conosciuto alle superiori).
Fin qui si potrebbe dire che io sono un invidiosa-repressa-racchia ma analizzate la vostra vita scolastica.
Ho detto cose non vere?
Generalmente la figa di turno odia gli eccessi e le stramberie. I suoi colori preferiti saranno il BEIGE (MORTE AL BEIGE) e i toni di marrone, qualche grigio (ma poco, perchè il grigio alla figa di turno ''fa tristezza''), nessun colore particolarmente acceso.
Indossa quasi sempre jeans a vita bassa e pratica sport di squadra con compagne che ha già, volontariamente o involontariamente, soggiogato creando dei piccoli cloni.
E, cosa che più odio, sculetta. Milioni di anni di evoluzione e c'è gente che ancora sculetta. Che pratica odiosa e molto poco erotica. La penso così un pò perchè non ci riesco, sono proprio negata, un pò perchè mi dà fastidio vedere troppe cose che si muovono mentre una persona cammina.
Le vittime preferite sono le ragazze come sono stata io: brutta, poco curata, e con un abbigliamento discutibile (vedi: a caso con felpe enormi e tuta). Non ci sono motivi reali per sentirsi in competizione, ma verrete comunque isolate.
Se volete fa incazzare la figa di turno, fate amicizia con i maschi, è una cosa che odiano e che a me è sempre riuscita bene.
Come si combatte?
Non lo si fa.
Il tempo ve ne darà ragione. Loro diventeranno trentenni MILF WANNABE (quindi senza ILF, ma loro continueranno a crederci), e voi invece sarete delle strafighe. Quest'ultima frase può essere non vera. No, non la parte delle milf, quella è vera.

Quando ho iniziato le superiori mi sono imposta di prendere coscienza di me stessa e di chiudere completamente con il passato (brutto e ridicolo), quindi di iniziare a curarmi.
Può sembrare che io abbia iniziato a curarmi per poter essere considerata sullo stesso piano delle altre, ed è assolutamente vero. Non c'è niente di male in questo. L'importante è non voler essere la fotocopia, chè poi si vede ed è ridicolo (l'ho fatto, non ci provate).
All'inizio mi sembrava tutto facile, continuavo a vestirmi a caso, ma questa volta, complici le nuove amicizie, non mi sentivo in nessun modo esclusa o derisa.

Dovete sapere che nei licei i rapporti fra compagne di classe sono, di solito, abbastanza tranquilli. Difficilmente si discute per sciocchezze, non ci si fanno screzi e dispetti, ma c'è una cosa che può rompere questo meraviglioso equilibrio: i maschi.
Anche se non fanno niente attivamente, distruggono la pace e la tranquillità con cui, un adolescente come sono stata io va a scuola ogni giorno.
Per chi non ha studiato in una classe a maggioranza femminile forse suonerà strano quello che sto per dire, ma credetemi si percepisce la differenza.
Ricordo che alla stazione si distingueva bene chi veniva al linguistico (a maggioranza femminile) e chi invece andava in altre scuole.
Noi eravamo: struccate, con qualche rimasuglio di trucco del giorno prima, in pigiama, sfatte, capelli in disordine.
Loro erano: vestite come se avessero davvero scelto cosa indossare, truccate, pettinate e con accessori.

La mia personalissima liberazione c'è stata all'università. La prima delle tre che ho provato: giurisprudenza.
Ora, non so se è così solo a Siena, ma l'atmosfera era atroce.
Un mondo di beige (MORTE AL BEIGE), di scarpe Hogan e di jeans skinny. L'inferno.
Ogni mattina nell'atrio bastava abbassare lo sguardo e trovarsi al completa la nuova collezione pensata da Diego Della Valle.
Non voglio criticare la scelta stilistica, sarei leggermente incoerente con quanto detto fino ad ora, ma purtroppo nella mia mente ''scarpa Hogan=intolleranza''.
Io a lezione andavo con gli anfibi o un paio di stivali neri, vestito a metà coscia, calze colorate e parka nero.
Un giorno, sotto Natale, mi misi delle calze rosse che io amo alla follia, mi incamminavo verso l'aula e, giuro, una mi ha guardato, mia riguardato strabuzzando gli occhi, si è girata verso una sua amica, mi ha indicato ed è scoppiata a ridere. A ridere. A ridermi in faccia.
Volevo staccarle la testa e infilarle le sue amate Hogan Beige su per il culo.
Il beige non è un colore. Nella mia testa quella ragazza era completamente vestita di beige, anche i capelli.
Per un attimo mi sembrò di tornare di 7 anni indietro e quella sensazione non mi piaceva per niente. La differenza è che con 7 anni sulle spalle avevo imparato a fregarmene e il giorno dopo ci ''abbinai'' anche la pelliccia leopardata.
Purtroppo sono fatta così. Più che capisco che non ti piace qualcosa di me, più che ci vado giù pesante.


Ovviamente si cresce, ma quest'ultima voglia di rivalsa nei confronti delle persone beige (sì, non è un coloro, è uno stato mentale) mi è sempre rimasta e sempre mi rimarrà.

Pure questo è pseudo-filosofico-nostalgico. Mi dispiace, ma oggi ero così.

Per tirare tutti su di morale, ecco i peggiori abbinamenti mai fatti ma che a me piacciono. Da morire.



LA BORSA
UNA DAIVA

continuo a dire che questo fosse figo


sì, ci sono uscita, sono arrivata fino al tabaccaio


calzini con renne e cuoricini fuxia, leggins con stampa dollaro, abitino a riche bianco e nero, pelliccia leopardata
FUCK YEAH!

giovedì 17 gennaio 2013

In treno con Rharetha #5 - la poetessa della stazione

Precisazioni:

No, non mi sono dimenticata di scrivere.
Chi mi conosce sa che la puntualità non è il mio forte e che ho sviluppato, nel corso degli anni, un vero e proprio talento naturale volto a perdere treni. Sì sì, PERDERE.
Ed ecco spiegato perchè non c'è stato ''In treno con Rharetha''.

Non mi sembrava carino scrivere mentre guidavo.
Per carino intendo ''sicuro''.

Quindi rieccoci con l'appuntamento preferito di qualcuno!
(La mattina è un brutto momento)

Svolgimento:

Oggi si cambia treno, ho lezione solo il pomeriggio e quindi la mattina ci vuole un po' di meritato riposo.
Anche se poi ho scritto 3 post che vedrete

Causa carabinieri che mi fermano mentre vado alla stazione, ho perso il treno. Non succede mai, giuro.
Arrivare alla stazione alla stessa ora in cui fino a 3 anni fa prendevo il treno per tornare a casa mi ha scaraventato tra capo e collo una nostalgia incredibile.
Non sono mai stata una di quelle persone che rimpiange il liceo. Cioè, mi è piaciuto, per carità, però sono una ferma sostenitrice del cambiamento. In sintesi, altro giro altra corsa.
Mi ero dimenticata di come guardavamo noi adolescenti chi prendeva il treno sul primo binario. Loro erano gli universitari, quelli grandi. E i professori.
Commentavamo tutto di loro. C'era il militante sinistrato, quella vestita da bibliotecaria ma che in realtà aveva 20 anni (un must-have erano gli occhiali rettangolari lilla), il professore soggettone, il professore giovane che per fare il figo si sbracciava per salutare e i neutrissimi lavoratori pendolari.
Arrivare sul binario 1 con i miei meravigliosi e sobrissimi occhiali e la mia fantastica pelliccia leopardata mi ha esposto al peggiore dei giudizi. Perchè crediateci o no, su quel binario uno si sente nudo. Tutti ti guardano e parlano e commentano. Il primo pensiero è inevitabilmente e razionalmente "non stanno parlando di me", ma poi ti rendi conto che si voltano con fare circospetto e lì capisci l'inevitabile: sei una di loro. Di quelli grandi. Degli universitari. E ti chiedi a quale categoria potrai mai rientrare e se le categorie sono cambiate. Ma non lo potrai mai sapere. Ormai non sei più una di loro, sul binario 3 che dona onnipotenza e insindacabilità di giudizio. Sei sul primo. Tra i giudicabili. Tra quelli che non si possono permettere di pensare qualcosa a riguardo dei liceali. Tra quelli che ormai hanno già dato e che ora devono subire. Un po' come gli atti di nonnismo in treno, è una spirale.
Quei 10 minuti in cui aspetti il treno sembrano infiniti. Non riesci nemmeno a camminare bene da come ti senti osservata.
Poi un'epifania: sei tra i grandi. Sei cresciuta e un giorno riavrai la tua personale vendetta grazie ai tuoi figli. Vedranno le persone sul binario 1 e capiranno cosa fare, nessuno gli e lo dirà ma sapranno come comportarsi. Sanno anche che un giorno anche loro passeranno dall'altro lato e via all'infinito in un perfetta spirale di vendette perpetuate nei secoli dei secoli.
Fino a che non inventeranno il teletrasporto.

Scusate 'sto post un po' così, un po' boh. Ma in treno è successo solo che è passato il controllore e non volevo riflettere sulla giovane età dei controllori ora.






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lunedì 14 gennaio 2013

In treno con Rharetha #4

Oggi devo studiare... È stato un finesettimana particolarmente inteso e mi ritrovo a dover ripassare stamani. Se dovesse succedere qualcosa di eclatante lo faró sapere.

Oggi è lunedì.
Non preoccupatevi, domani sarà martedì.
E sarà peggio.

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venerdì 11 gennaio 2013

In treno con Rharetha #3

La settimana è finita. Dopo di oggi ci riaggiorniamo lunedì.
A meno che non prenda un treno questo finesettimana, ma ne dubito.

Tutto regolare. Sono sul treno dei liceali e le ragazze nei sedili di fianco al mio studiano letteratura latina. Sono passate alla storia della congiura di Catilina di Sallustio alla traduzione di un brano.
Per chi non lo sapesse, nel triennio dei licei in cui si studia il latino generalmente si smette di studiare la grammatica e i compiti consistono nel tradurre un estratto da un' opera senza dizionario. Ergo è tutta roba da imparare a memoria che la sottoscritta si è sempre rifiutata di imparare a pappagallo.
Ah ecco, ne ero sicura: le ragazze vanno al Virgilio e studiano al linguistico.
Il mio cuore non puó reggere questo sano momento nostalgia. Per fortuna fra poco scenderanno.
Fra l'altro, a guardarle bene, da quand'è che al Virgilio si va truccate a scuola? Noi (cioè io) andavamo in pigiama.
Una di loro ha appena pronunciato la seguente frase "la storia andrebbe studiata dal 1800 in poi, prima è inutile"
Sì, il rinascimento e il medioevo sono proprio inutili. Bitch, please.
Sono scese.

La sorte porta una signora con una pelliccia cipria e basco rosso. Secondo me ci dará delle soddisfazioni.
O probabilmente no. Sta ascoltando musica e non a volume alto. Noia

Ah, vi ho detto che il treno viaggia in ritardo? No? Colpa mia, lo davo per scontato.

Ok, seriamente, ecco una piaga sociale: la musica la mattina in treno.
Una ragazza che a occhio e croce avrà la mia età ma vestita di beige (orrore) di spara nelle orecchie quelli che sembra un remix kebabbaro di Gangnam Style.
Il problema non è la musica, io ho fatto di peggio (tipo cantare zwanzig centimetre in un autobus pieno in Germania) e i gusti sono soggettivi, ma io mi chiedo come è possibile che la sentano tutti nel vagone? Io ascolto la musica a un volume indecentemente alto, specialmente in macchina, quindi neanche per quello ci sono problemi.
Ma parliamone: remix kebabbaro di Gangnam?!?! WTF?!?!


Ecco ecco, i miei preferiti: quelli sl telefono! Davanti a me si è seduto un uomo al telefono di cui è possibile ascoltare un'intera conversazione. Quando è entrato c'era anche la colonna sonora: la ragazza di cui sopra si spara Skyfall di Adele che rende tutto più epico. La conversazione è bella noiosa. Anche se ovviamente dice frasi che, volendo essere malizioni, possono suggerire immagini che, per essere politically correct, particolari.
"Siamo in 6 e la signora voleva venire nella nostra stanza ma non c'era più posi per il mio pacco"

Si è addormentato
Bene, il treno è fermo nel niente

Mi sono appisolata di botto con il telefono in mano. Che tristezza


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A lunedì




giovedì 10 gennaio 2013

In treno con Rharetha #2


Benvenuti a questa seconda puntata di "In treno con  Rharetha".
Oggi il risveglio è stato poco traumatico, fatta eccezione che il fatto stesso di svegliarsi è di per sè traumatico e che per la prima volta ho guardato il registro attività di Facebook.
Il treno, come sempre,  è strapieno, ma io (grazie a un incredibile casualità voluta dal destino) sono "comodamente" seduta.
Il mio telefono è prevedibilmente scarico, quindi me ne sto strasbattendo altamente del fatto che siamo pigiati come sardine e scrivo dal computer.
La noia.
Niente.
Il niente più totale.
Il signore seduto di fronte a me mi ha squadrato per circa 30 secondi (sembrano pochi, ma provate a contare fino a trenta fissando qualcuno) e la ragazza seduta di fianco a me è in uno stato semicomatoso come il mio.
Nel mio vagone ci sono bambini. Chi prende treni sa che i bambini sono il nemico numero uno.
Prendono più posti delle persone normali e non puoi mai chiedere alla madre se quel posto dove c' è solo una Barbie è libero. Ti risponderà "sarebbe meglio di no". E li vorresti essere Hulk e mangiartela la Barbie (se ve lo state chiedendo, sì, Hulk è ghiotto di bambole).
Oggi mi sento un attimino più presentabile di ieri, ma poco. Le mie occhiaie non mi aiutano.
Delle signore hanno iniziato a parlare di una mostra alla quale il marito non ha nessuna intenzione di accompagnarle. Non è fastidioso quello che dicono o il fatto che lo dicano a voce alta: è fastidiosa la voce.
Non parlano fiorentino, non riesco a capire di dove sono. Il problema principale è il tono: altalenante.
Non so come mai ma un tono di voce altalenante con delle pause relativamente lunghe tra parola e parola mi infastidisce. Anzi, più che altro mi indispone. Mi dà l'idea di qualcuno che deve parlare per far vedere qualcosa.
Ho sonno, mi si stanno chiudendo gli occhi.
Non posso addormentarmi mentre scrivo. Tanto più che sono lato corridoio e rischio di trovarmi penzolante impedendo a qualcuno di passare.

Basta, ho sonno

Che noia


PS
Mi sono addormentata. Mi stupisco sempre del fatto che nessuno mi abbia ancora svegliata dicendomi che russavo troppo forte.

In treno c'erano anche dei vu cumprà con gli ombrelli: oggi piove, sicuro. Sono degli ottimi fiutatori di affari.
La foto ve la beccate dalla webcam





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mercoledì 9 gennaio 2013

In treno con Rharetha #1

Benvenuti al primo attesissimo (?) appuntamento di "In treno con Rharetha"! La rubrica quasi quotidiana in cui condivido le mie esperienze generalmente traumatiche con-e per colpa di-Trenitalia.

I post saranno scritti in presa diretta dal momento in cui salgo sul treno fino a quando scendo. Ovviamente non lamentatevi su verbi sbagliati, errori o simili, chè la mattina vi ci voglio a essere belli attivi.

Motore. Luci. Azione!

Prologo: la mattina non è iniziata bene. Ho aperto i miei occhi e ho visto una caraffa piena d'acqua che pendeva ( come un' odierna spada di Damocle) sulla mia testa sorretta da mia madre che sfoggiava uno dei sorrisi più sadici mai visti. No, non sto scherzando.
Non ho nessuna aspettativa: nè sul viaggio nè su questa giornata.

Svolgimento
Il treno viaggia con 5 minuti di ritardo .
Che uno pensa "va beh, 5 minuti non sono un problema!" Sì, lo sono. Provate a dirlo a mia madre: se rimanevo a letto altri 5 minuti ora sarei a finire di asciugarmi i capelli.
Comunque non so per quale grazia divina sono seduta (il treno è ovviamente pieno, come sempre, ma chiedere un vagone in più sembra troppo) in uno di quei posto solo per due persone.
Il mio vicino è un signore anziano che legge il Tirreno e che mi ha beccato mentre leggevo la prima pagina approfittando di una sua telefonata.
Poco più avanti c'è Steve Buscemi. Giuro. È identico.
Tutti dormono e io che avevo sonno, probabilmente per lo stupore di aver trovato posto, sono più sveglia di un qual-è-il-contrario-di-koala?.
Steve Buscemi ha alzato la testa ed ha i baffi Hitler-Style.
All'ultima stazione è salito un ragazzo e parla con i vicino di Steve salutandoli bel modo più come-si-dice-in-toscano-"burino"?: "SEMPRE A PENSARE ALLE DONNE Eh?!?"
Ora, niente da ridire su come si saluta la gente, ma dovete sapere:
1-il suo interlocutore era su Twitter
2-il CAPS LOCK non è stato casuale.

Il viaggio è molto noioso e stiamo arrivando a Firenze.
Prima della stazione Rifredi, sulla sinistra (in base alla direzione del treno) ci sono degli edifico che sembrano usciti da Bladerunner. Ora, io il film l'ho visto, ma il tipo che era ieri in treno e che ha detto ció, mi sa di no.

Ecco, siamo a Rifredi, il treno si svuota e io devo farmi una sigaretta.

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Il tipo vicino a me ha cercato di leggere quello che stavo scrivendo. Sará una vendetta per il giornale?

Lui mi ha guardato per tutto il viaggio

domenica 6 gennaio 2013

Befana vs Babbo Natale

Piccola confessione: NON ho mai creduto a Babbo Natale.
Mai.
Fin da piccola, non sono mai stata illusa dai miei genitori sulla figura di un vecchio che porta i doni ai bambini che sono stati buoni (dio, tutte le volte che lo dico suona sempre più inquietante). Mai una volta.
Quindi niente zii (che non ho) vestiti da babbo natale, niente letterine piene di speranze che sarebbero rimaste irrealizzate, niente barbe finte che puntualmente cadono. Niente di niente.
E a me è sempre andato bene. Non ho mai sentito la necessità di credere in Babbo Natale.

In compenso ho sempre creduto nella Befana. Sempre.
Non so perchè, ma l'esistenza di una vecchietta che gira su una scopa mi è sempre sembrata più plausibile di una slitta con un panzone sopra trainata da quelle povere renne.
Ho creduto nell'esistenza della Befana fino a un'età troppo avanzata per poterla rivelare.
Ogni anno ho aspettato la mattina con ansia per vedere se quella signora molto anziana si era ricordata di me.
E puntualmente se lo ricordava.

La magia è durata fino a quello che mi sembra sia il 2004 o giù di lì.
C'è da sapere che la Befana non mi portava le calze già pronte che si comprano al supermercato. Lei, quella geniale vecchia, prendeva un calzino dal cassetto e lo riempiva di dolci. Ed era furbissima! Non prendeva i miei che erano più piccoli, prendeva quelli di mio padre, così c'entravano più troiai.
(i calzini erano tutti neri, quindi potevano essere di chiunque ndr)
Tutto funzionava alla perfezione, fino a quel 6 gennaio del 2004.

La mattina mi sveglio, corro al caminetto in cucina, guardo sulla mensola e lì lo vedo.
Il calzino.
Era giallo a righe blu e viola.
Era mio.
La Befana non esisteva, nessuno può avere un altro calzino come il mio. Quindi è il mio.


Dopo i primi momenti traumatici, la me tredicenne (sì, avevo detto che non l'avrei rivelato? troppo tardi), realizza un'altra sconvogente notizia:
La Befana è mia madre.


Per me è stato un duro colpo, non ci volevo credere.

Nonostante tutto continuo ad amare la Befana e anche stamani, quando mi sono svegliata e mi sono trovata un calzino di mio padre (ora non li usa più neri, quindi sono identificabili ndr) pieno di dolci accanto alla testa, esattamente come ogni anno, ho detto ''Che bello, la Befana si è ricordata di me!".
E mia madre accanto che se la ride. Forse non si rende conto di quanto quella calza sia importante per me.

Morale della favola: a 21 anni, io sottoscritta Arianna Nencini, credo e voglio ancora credere nella Befana



(che diciamocelo, è molto più simpatica di Babbo Natale...no?...ah, non avete mai creduto nella signora anziana portatrice di dolci...ok...mattiii).


sabato 5 gennaio 2013

#0 Isn't it trash - Non è la Rai

Tenendo fede a uno dei miei buoni propositi (vedi: alza il culo e gira qualcosa di sensato) ho deciso di iniziare questa mia ''rubrica'' che funzionerà come una sorta di memoria collettiva per programmi televisivi che il nostro cervello ha ben deciso di dimenicare.
"Una ragione ci sarà" dirrà qualcuno. Bene, io invece voglio ricordarvi che cosa vi siete guardati in quasi 20 anni di televisione.

E giù poi con quiz improponibili, programmi d' intrattenimento come Candid Angels, Colpo di fulmine, qualsiasi-altra-cosa-con-la-degrenet e ricchi premi e cotillon!
Se qualcuno ha suggerimenti per i programmi dica pure, senza problemi :D

Ecco l'episodio "pilota"





Hugs&Pugs

mercoledì 2 gennaio 2013

Buoni propositi 2013

Mi si prospetta un anno importante, sotto vari punti di vista.

Ho deciso, quindi, di mettere in una lista tutto ciò che voglio FARE in questo neonato 2013.
Non mi sono mai piaciuti i buoni propositi perchè generalmente manca la parte attiva che ti porta a raggiungere determinati traguardi. Di solito ci si pone obiettivi il cui raggiungimento dipende da terzi e che non provengono da un impegno attivo del soggetto richiedente.

E questa è una cosa che non tollero.

Quindi, ecco una lista di cose che cercherò di fare.
A fine 2013 vedremo cosa sono riuscita a fare.


  1. Mettermi in forma - ovvero: alzare il culo dal divano e cercare di tornare al mio vecchio fisico. No, non dico ''andrò in palestra'', le odio le palestre, sono così poco igieniche.
  2. Risparmiare - ovvero: seguire il piano di risparmi che mi sono prefissata e, possibilmente, aumentare le mie entrate. No, non andrò a battere
  3. Tenere le unghie lunghe - ovvero:  come sconfiggere più di un decennio di onicofagia. (Ci sto riuscendo  :3)
  4. Rendere reali le mie idee per il canale Youtube - ovvero: alzare il culo, accendere il telefono (sì, li faccio con il telefono, problemi?) e girare.
  5. La pace nel mondo
lacrimuccia che scende
standing ovation 
uscita di scena








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